giovedì 25 agosto 2011

Proviamo a darci una risposta...

Nel 2009 la partenza di Ibrahimovic portò in dote cinquanta milioni di euro più Samuel Eto'o, attaccante dai numeri straordinari nonchè fresco vincitore di una Champions che lo aveva visto assoluto protagonista.
Il mercato Nerazzurro era però già ben avviato: erano arrivati Thiago Motta, Milito, Lucio e si attendeva il tanto richiesto trequartista, che raggiunse Milano nell'ultimo giorno di mercato per 15 mln di euro e che rispondeva al nome di Wesley Sneijder.
Nel mercato di riparazione fu acquistato poi Goran Pandev, un ulteriore rinforzo per rimpiazzare l'assenza di Eto'o impegnato (per un mese) con il suo Camerun in Coppa d'Africa.
Sei acquisti che si sarebbero rivelati fondamentali per la conquista dello storico 'Triplete' in quell'irripetibile e formidabile Maggio 2010.
Sembrava l'inizio di un'Inter dominante anche in campo europeo, ma la eccezionale serie di successi (i Nerazzurri venivano da una striscia vincente, dal 2005, di 5 Campionati consecutivi, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe Italiane e la Champions League) aveva in realtà saputo ben mascherare la mutata, e più parsimoniosa, politica di mercato che la Società stava intraprendendo: l'acquisto più oneroso in questi ultimi anni è stato quello "sfortunato" del portoghese Quaresma, arrivato a Milano per poco più di venti milioni di euro.
E mentre in Europa assistevamo alle faraoniche campagne acquisti delle inglesi (Man Utd, Chelsea, Man City), delle spagnole (Barcellona e Real Madrid) e delle tedesche (Bayern Monaco, Wolfsburg) in Italia, la pluriscudettata Inter aveva iniziato a stringere la cinghia dopo una decina d'anni di mercati estivi faraonici.
E' vero, il miglior mercato è quello in cui si riescono a prendere i migliori giocatori a prezzi abbordabili, quello in cui la competenza della dirigenza dovrebbe riuscire a sopperire alla mancanza di risorse: la realtà è che il calcio sta cambiando, e l'Inter (ed il suo Presidente) sta attraversando questa mutata realtà con i successi attesi da tanto, troppo tempo, trovandosi probabilmente impreparata.
Nel calcio attuale è vietato fermarsi, tutto scorre veloce, a suon di quattrini. E' un mondo in continua evoluzione, un'industria potentissima che ai propri vertici, probabilmente, non lascia ormai più spazio alla gestione familiare.
Sono arrivati gli sceicchi, i magnati, le società quotate in borsa, gli azionisti, facendo del calcio un vero e proprio business e privandolo peraltro dei suoi sentimenti più autentici: emozione, orgoglio, amore per la maglia, riconoscenza.
Forse è proprio per questo che anche i Campioni più genuini si stanno mercenarizzando, adeguandosi (in modo ancor più netto) alle logiche del danaro.
Forse è anche per questo che l'Inter, perso un top player come Samuel Eto'o, non riesce a rimpiazzarlo a dovere, trascinando sin troppo per le lunghe trattative low-cost come quelle che dovrebbero portare Forlan, Kucka e Zarate (nomi non certo entusiasmanti) in Nerazzurro.
Forse ancora una volta i soldi, e soltanto quelli, stanno cambiando tutto quanto.

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