giovedì 29 ottobre 2009

INTER vs Palermo 5-3

Quando l'Uomo Ragno mette piede a S. Siro non può farlo in modo banale, non lo ha mai fatto e non lo farà mai. E la partita di stasera lo dimostra.

Otto goals, un 5 a 3 che ha visto la squadra Nerazzurra spadroneggiare nel primo tempo e la squadra rosanero tentare di riaggiustare una situazione che sembrava irrimediabilmente compromessa con una ventina di minuti da super-team nella seconda frazione.


Se la vigilia è stata pacata e distesa, con Walter Zenga e Mr. Mourinho che si sono scambiati complimenti e controcomplimenti, arrivando addirittura all'investitura "ufficiale" dell'ex portierone Nerazzurro come successore del portoghese, la gara è iniziata subito col botto, con un'Inter stratosferica e mai doma, che ha schiacciato il Palermo sin dai primi minuti.


I Nerazzurri erano schierati in formazione tipo (le uniche assenze erano quelle di Sneijder per l'infortunio rimediato Sabato scorso contro il Catania e di Lucio per turn-over annunciato): Julio Cesar in porta, Maicon, Cordoba, Samuel, Chivu in difesa, Zanetti (C), Cambiasso, Muntari a centrocampo, Stankovic dietro alle due punte Eto'o e Balotelli.


Proprio il giovane azzurrino è protagonista di una gara eccellente (pur essendo debilitato da febbre), che purtroppo però dura poco più di un tempo, nella quale è capace di procurarsi un rigore che Eto'o trasforma per l'1 a 0 (simpatico il battibecco poi subito risolto col compagno camerunense), segnare il raddoppio di testa, triplicare con una conclusione sottoporta e offire la palla per il quarto gol ad Eto'o con una giocata strepitosa. Come dicevamo, ad inizio secondo tempo è costretto poi a lasciare il campo causa febbre.

Nei primi 45 minuti l'Inter domina in lungo e in largo gli avversari, ritrova un Samuel Eto'o goleador, ci fa ammirare un Maicon in condizioni strabilianti, segna quattro goals e non sembra risentire minimamente delle illustri assenze.
Il secondo tempo sarebbe dovuto servire solo per incrementare il bottino e per rivedere Thiago Motta e Milito in campo, e invece la squadra siciliana in venti minuti segna tre volte e si riporta sotto.
Solo uno stupendo assolo del solito Maicon regala a Milito la palla del definitivo 5 a 3.


I migliori in campo risultano dunque essere SuperMario e il terzino brasiliano, stasera entrambi devastanti. I peggiori Samuel e Santon (quest'ultimo tra l'altro schierato soltanto nella seconda frazione di gara) troppo disattenti e molli.

Complimenti comunque ad un Palermo che ha creduto nella rimonta fino in fondo e al suo allenatore che aspettiamo a Milano a braccia aperte.

.:: I Voti ::.

Julio Cesar 5
Maicon 9
Cordoba 6
Samuel 4,5
Chivu 6
Zanetti (C) 7
Cambiasso 7
Muntari 6,5
Stankovic 6,5
Balotelli 9
Eto'o 7,5

Santon 5
Thiago Motta 6
Milito 6,5

All. Murinho 6,5

lunedì 26 ottobre 2009

Buon compleanno a Cristian Chivu


Tanti auguri di buon compleanno a Cristian Chivu che oggi compie 29 anni essendo nato il 26 ottobre 1980 a Resita in Romania.

sabato 24 ottobre 2009

INTER vs Catania 2-1

Sono bastati i primi quarantacinque minuti per avere ragione su un Catania sin troppo remissivo e peraltro privo (nell'undici titolare) del suo giocatore di punta Giuseppe Mascara.


Mr. Mourinho decide di effettuare un piccolo turn-over e lascia quindi fuori Samuel e Stankovic (quest'ultimo però in panchina). I Nerazzurri si schierano quindi con Julio Cesar in porta, Maicon, Lucio, Cordoba e Chivu in difesa, Zanetti (C), Vieira e Muntari a centrocampo, Sneijder dietro alle punte Eto'o e Balotelli.

Sin dai primi minuti c'è una costante pressione degli Interisti sui difensori del Catania che sembrano in seria difficoltà. Al '3 minuto Eto'o ruba una palla sulla trequarti e si invola verso la porta avversaria, senza però concretizzare al meglio l'azione perchè recuperato dai difensori siciliani.

Al '12 l'Inter passa in vantaggio: Muntari effettua un cross dalla sinistra per servire l'inserimento del camerunense Eto'o, quest'ultimo non riesce a toccare il pallone ma, con il suo movimento, disorienta il portiere del Catania e la palla si insacca in rete. 1 a 0.

Qualche minuto dopo Vieira ha sui piedi la palla del raddoppio, ma colpisce la traversa con un destro potentissimo da posizione molto ravvicinata.

Il gol arriva poco dopo, con uno stupendo calcio di punizione dell'olandesino Sneijder (anche oggi uno dei migliori), che trafigge il povero Campagnolo con un destro chirurgico all'incrocio dei pali, la sua specialità.


Gli etnei non riescono a reagire e la prima frazione di gara si conclude sul 2 a 0.

Nel secondo tempo l'allenatore del Catania decide di mandare in campo capitan Mascara e l'attacco della squadra di Atzori ne risente molto positivamente. Le incursioni avversarie infatti si fanno sempre più frequenti, grazie anche all'inserimento del gigante Plasmati (già a segno lo scorso anno a S. Siro) che con le sue sponde mette in seria difficoltà i difensori Nerazzurri.

Al '39 arriva il 2 a 1: conclusione da fuori area del centrocampista Llama, Julio Cesar (stranamente) non blocca, la palla arriva tra i piedi di Plasmati che si tuffa in area e si guadagna un rigore INESISTENTE. Poche le proteste nerazzurre però. Sul dischetto va Mascara che trafigge il portiere brasiliano con un bel destro. Da qui alla fine poco altro.

In campionato i Nerazzurri stanno macinando punti come ormai di consueto, entrano in campo e danno la sensazione di poter vincere sempre e comunque. Questa convinzione manca invece nelle gare di Champions. In Europa c'è bisogno urgente di un'inversione di tendenza!

.:: I Voti ::.

Julio Cesar 5
Maicon 6,5
Lucio 5,5
Cordoba 6
Chivu 6,5
Zanetti 6
Vieira 6,5
Muntari 6
Sneijder 7
Eto'o 6
Balotelli 6

Materazzi 6
Stankovic 6
Khrin 6

All. Mourinho 6,5



.:: Javier Zanetti: "Un altro motivo di orgoglio" ::.

Traguardo speciale quello che Javier Zanetti ha festeggiato questa sera scendendo in campo contro il Catania: "Ho raggiunto le presenze Giacinto Facchetti al secondo posto nella classifica delle presenze in nerazzurro in Serie A e per me questo è un altro motivo di orgoglio". Ma non è questo l'unico record raggiunto oggi da Javier Zanetti che scende in campo senza sosta da tre anni: "Lo sa bene Paula, mia moglie: prima di andare in chiesa a sposarmi sono andato ad allenarmi. Sono tre anni che continuo a giocare, ma questo per me è solo un piacere enorme".
Il capitano nerazzurro prosegue analizzano il successo contro il Catania: "Abbiamo conquistato tre punti importanti e meritati. Siamo in testa alla classifica e dobbiamo continuare a esserlo. Oggi sono anche andato vicino al gol grazie a Eto'o, ma sono felice anche così".
Infine, Zanetti svela il segreto dei nerazzurri: "L'unione è la forza di questo gruppo. Oggi mancavano giocatori importanti, ma chi li ha sostituiti si dimostrato ugualmente importante. Questo conta tanto".

Fonte: Inter.it

mercoledì 21 ottobre 2009

INTER vs Dinamo Kiev 2-2

Il rischio di arrivare alla partita di Champions emotivamente scarichi era alto dopo la prestazione offerta contro il Genoa. Rischio che infatti si è puntualmente manifestato ieri sera, sin dai primi minuti, contro una Dinamo vogliosa e motivata a fare risultato.


Mr. Mourinho decide di riconfermare la formazione vincente del Marassi, con l'inserimento di Eto'o al posto di Balotelli (squalificato). E' stato proprio qui l'errore tattico commesso dal tecnico portoghese, che non ha tenuto conto delle differenze tecniche e fisiche tra i due centravanti Nerazzurri: con Balotelli è possibile schierare il modulo ad "albero di natale", vista la sua forza fisica, la sua altezza e la sua capacità di far salire la squadra e permettere gli inserimenti dei due trequartisti (che infatti a Genova sono stati i migliori in campo); con Eto'o il suddetto modulo non è praticabile, perchè il camerunense non ha la stazza fisica per combattere da solo contro un'intera difesa e non riesce a far salire la squadra perchè incapace di tener palla, dato che le sue caratteristiche sono quelle di dare profondità e di esser servito sulla corsa. Se poi ci mettiamo anche che l'ex balugrana non era al meglio della condizione, la frittata è servita (pur avendo Eto'o offerto la solita generosissima prestazione).

Al 4' minuto l'Inter è già sotto di un gol: ucraini in vantaggio sugli sviluppi di un calcio d'angolo, con Mikhalik che sfrutta il doppio errore difensivo di Zanetti e Stankovic e con una precisa conclusione rasoterra infila Julio Cesar sul primo palo.

La capacità di reagire dei Nerazzurri è tutta nella grinta del solito Stankovic, che prima impegna con un gran tiro di controbalzo il protiere della Dinamo e al minuto trentacinque porta la squadra al pareggio andando a concludere in contropiede una bella azione iniziata da Lucio e poi sviluppata dall'olandese Sneijder, che serve col contagocce il puntuale inserimento del serbo.


Ma il pareggio dura poco: al '39 un calcio d'angolo di Milevskiy mette in difficoltà la retroguardia interista, con Lucio che accidentalmente colpisce di testa e spedisce il pallone alle spalle di Julio Cesar, incolpevole.

Il primo tempo si conclude con la squadra ucraina avanti per 2 a 1.

Per i secondi quarantacinque minuti di gioco Mr. Mou decide di abbandonare lo "sfortunato" modulo 4-3-2-1 per passare al più collaudato 4-3-1-2 e inserisce il redivivo Suazo al posto di uno spento Sulley Muntari (anche ieri qualche fischio per lui).

I Nerazzurri appaiono più dinamici e al '2 minuto Walter Samuel porta la squadra al pareggio: Sneijder batte un calcio d'angolo guadagnato da Maicon, The Wall salta di testa e infila il portiere avversario con una bella girata.


Purtroppo dopo il pareggio i Nerazzurri non sono capaci di creare seri pericoli alla difesa della Dinamo Kiev e gli avversari sono sempre presenti sul campo e pronti a ripartire in contropiede con le punte Milevskiy e Shevchenko.
A cinque minuti dalla fine l'Inter sembra ad un passo dal gol, ma Suazo inspiegabilmente manda a lato da distanza ravvicinatissima (ad 1 mt dalla porta). Nei minuti di recupero l'honduregno si vedrà poi annullare un gol per un giusto fuorigioco.
Finisce 2 a 2 e per l'Inter continua l'astinenza da vittoria in Champions.
Si complica anche il passaggio agli ottavi e la partita del prossimo 4 Novembre a Kiev sarà davvero decisiva.
Facendo dei calcoli approssimativi basterebbero 6 punti in tre gare per qualificarsi. Staremo a vedere, fatto sta che l'atteggiamento in Europa deve NECESSARIAMENTE cambiare!


.:: I Voti ::.

Julio Cesar 6
Maicon 5,5
Lucio 5
Samuel 6,5
Chivu 5,5
Zanetti 6
Cambiasso 6
Muntari 4,5
Stankovic 7
Sneijder 6,5
Eto'o 4,5

Materazzi s.v.
Vieira s.v.
Suazo 4

All. Mourinho 5,5


domenica 18 ottobre 2009

LA CAPOLISTA SE NE VA!

CINQUE A ZERO a Marassi contro il Genoa!

I Nerazzurri ieri hanno mandato un fortissimo segnale alle avversarie: SIAMO ANCORA NOI LA SQUADRA DA BATTERE!


Mr. Mourinho stavolta è tatticamente impeccabile e, in conseguenza dell'emergenza in attacco (Eto'o e Milito ai box per infortunio), riscopre un modulo che si rivela ideale per affrontare una squadra come il Genoa, che fa dell'intensità la propria arma migliore.


Inter quindi in campo con Julio Cesar in porta, Maicon a destra, Samuel e Lucio centrali, Chivu a sinistra, un centrocampo formato da Zanetti (C), Cambiasso e Muntari e con Balotelli unica punta sorretto da Stankovic e Sneijder. E' il modulo, il 4-3-2-1, che fa girare tutto a meraviglia in casa Nerazzurra: passano 6' minuti e la squadra del "Bauscia" Mou si porta in vantaggio, con Cambiasso che gira a rete in area (con la complicità di uno sfortunato Modesto) una palla servitagli di testa dal terzino Maicon.


Adesso è il Genoa che prova a reagire, ma l'Inter è sempre pronta a colpire in contropiede prima con Stankovic (si mangia due gol facili facili, prima calciando di poco a lato, poi colpendo male di testa) e poi con Maicon (che calcia alto sopra la traversa).

Un insolitamente flemmatico Gasperini non riesce a scuotere i suoi, che si vedono ostruire tutte le linee di passaggio e sono incapaci di creare azioni pericolose, grazie sì ad un centrocampo foltissimo, quello Nerazzurro (che quando la squadra si trovava a difendere diventava di 5 effettivi grazie alla copertura dei due trequartisti), ma grazie anche ad una difesa granitica che ieri (come spesso capita, del resto) ha avuto nella prova offerta da Samuel la sua più alta manifestazione di solidità.

E' il '31 quando Capitan Zanetti ruba palla a Zapater all'altezza della metà campo, la sfera arriva al folletto Sneijder che con un passaggio millimetrico smarca Balotelli che stava accorrendo sulla destra: 2 a 0 con diagonale ad incrociare imparabile per l'incolpevole Amelia.


Il portiere genoano si rende protagonista diretto nel terzo gol nerazzurro, andando a rinviare un pallone direttamente sui piedi di Stankovic il quale, senza pensarci, calcia al volo e segna il terzo gol Nerazzurro. Raccontato così sembrerebbe un gol banale, ma al Drago i gol banali non sono mai piaciuti e anche stavolta ha voluto strafare: la conclusione infatti è stata eseguita dalla linea di metà campo, e il pallone è volato per più di 50 mt prima di infilarsi alle spalle del portiere avversario, che ha assitito alla scena incredulo e, in cuor suo, anche estasiato per la prodezza che Deki ha regalato al Marassi.


La prima frazione di gioco si conclude quindi sul 3 a 0 a favore dei Nerazzurri di Mr. Mourinho.
Nerazzurri che iniziano il secondo tempo con Vieira al posto di Cambiasso (non al meglio alla vigilia per un risentimento al polpaccio). E' proprio il francese che al ventiduesimo incrementa il bottino interista con un gol bellissimo, segnato tra l'altro col piede mancino.


La quinta segnatura arriva quattro minuti dopo, con Maicon che sfrutta a dovere uno sfortunato ed involontario retropassaggio di Biava.

Gli ultimi venti minuti servono solo per le statistiche, e per ammirare il pubblico genoano che, con la propria squadra sotto di cinque reti, continua ad applaudire ed a sbandierare per sostenere i giocatori abbacchiati dal roboante risultato. Bellissima scena!

Adesso ci attende la Dinamo in Champions e dovremo esser bravi a non allentare la tensione ed a mettere la stessa intensità e convinzione di ieri sera in tutte le gare che andremo a disputare. Se chi scenderà in campo riuscirà a farlo, Thiago Motta, Milito ed Eto'o potranno recuperare con tutta la calma necessaria.


.:: I Voti ::.

Julio Cesar 6
Maicon 6
Lucio 6
Samuel 7,5
Chivu 7
Zanetti 6,5
Cambiasso 6,5
Muntari 6
Stankovic 10
Sneijder 8
Balotelli 8

Cordoba s.v.
Vieira 6,5
Mancini s.v.

All. Mourinho 9


- Sintesi della partita -

martedì 13 ottobre 2009

Caro Cannavaro..

Questo post nasce dalla profonda volontà del sottoscritto di non lasciare sottaciuti alcuni episodi che hanno caratterizzato la vita sportiva ed extrasportiva del sig. Fabio Cannavaro in questi ultimi anni.
Se la "famosa" telefonata con l'ex dirigente bianconero Moggi è passata in sordina su molti media, adesso credo sia l'ora di rispolverarla e di mostrarla a tutti i lettori di "Interista nel Cuore" (anche se avranno sicuramente già avuto il piacere di leggerla):

Moggi: "Allora lo possiamo fare anche oggi: fai chiamà Ghelzi (Ghelfi vicepresidente Inter), gli dici che vuole andà via".
Cannavaro: "Come?"
M: "Fai chiamare Ghelzi, ooh.. come si chiama là, brindellone alto... il Presidente!"
C: "Facchetti"
M: "Facchetti. Fai chiamare Ghelzi e Ghelzi lo farà. Gli dici: guarda, io voglio andà via perché non sò considerato dall'allenatore e stop".
(...)
M: "Dagli una telefonata di brutto, dai! Poi richiamami, dai!"

Ogni ulteriore commento sarebbe superfluo, però vale la pena sottolineare il comportamento del nostro tanto osannato capitano, il quale in questi quattro anni (e nemmeno in seguito alla scomparsa del nostro Presidente Giacinto Facchetti) non si è degnato nemmeno di scusarsi per l'accaduto. Ed è anzi stato sempre dipinto come un esempio da seguire, come un grande uomo...

Perchè tornare su questi argomenti? Perchè il grande uomo ha continuato a dare l'esempio: dopo esser stato trovato POSITIVO ad un controllo antidoping, il nostro capitano si è giustificato (in accordo col medico della Juventus) dicendo che la sostanza riscontrata dagli esami gli era stata somministrata in seguito ad una banale PUNTURA DI VESPA.
I media però stavolta lo avranno condannato, direte voi lettori..macchè, ANZI! E' stata la sua società (Juventus, quella di Calciopoli, quella del processo per doping, quella ecc. ecc. ecc.) ad aver sbagliato!Il capitano è come sempre una vittima!
Vi riporto qui sotto un bell'articolo di uno dei pochi giornalisti che ama l'obiettività e che quindi è andato controcorrente:

Cannavaro, il vice di Agricola e Alice nel Paese delle Meraviglie
Ovverosia: la storia vera di un caso di doping che finirà a tarallucci e vino perchè il calcio non è il ciclismo e soprattutto perchè la favola esige il lieto fine - Un capolavoro di pressapochismo che nemmeno al Roccacannuccia Football Club
Fabio Cannavaro, positivo per la puntura di una vespa.
Venerdì, 9 Ottobre 2009

Nel pasticciaccio brutto di Cannavaro positivo al betametasone c'è un particolare che consola: l'estrema plausibilità della trama. In breve. Cannavaro dopo un allenamento viene punto da una vespa e il medico della Juventus, dottor Goitre, gli somministra un corticosteroide temendo che possa morire per shock anafilattico. Il medico avvisa il Ceft (Commissione per l'Esenzione a Fini Terapeutici), Cannavaro la domenica scende in campo (domanda: ma non potevano tenerlo a riposo, visto che bene o male era dopato? Se le vespe avessero punto 11 bianconeri, la Juve avrebbe giocato contro la Roma con 11 giocatori dopati, sia pure “giustificati”?), viene sottoposto a controllo e trovato positivo. Il Ceft chiede alla Juve una più completa documentazione medica, manda una raccomandata con ricevuta di ritorno, la Juve la riceve ma nessuno apre la busta, che resta sotto un plico di corrispondenza su una scrivania (così si racconta). Trascorsi 40 giorni, il Coni decide di aprire un procedimento sul caso, ne dà notizia e l'annuncio di Cannavaro positivo desta scalpore. Il capo della procura antidoping, Torri, va a Torino a interrogare Cannavaro e il dottor Goitre e all'improvviso nella sede della Juventus ricompare la busta della raccomandata, ancora intatta. Nessuno l'ha aperta. Un disguido. Una dimenticanza.

Converrete con noi: un caso che avrebbe tutto per diventare imbarazzante si sgonfia, e si squaglia, per la sostanziale credibilità dell'accaduto. Seguiteci.

1) IL GIOCATORE. Cannavaro è un giocatore noto per la sua giovane età e per la sua scarsa esperienza. Cresciuto nel vivaio del Napoli, è ai primi passi in maglia juventina e prima di Roma-Juventus non era mai stato sottoposto a un controllo antidoping, o quasi. Essendo ai minimi di stipendio, non ha la preoccupazione – propria dei campioni affermati – che una leggerezza, propria o altrui, possa mettere a repentaglio carriera e guadagni milionari. Come se non bastasse, Cannavaro non è mai stato al centro di casi di doping: né si ricordano polemiche su suoi disinvolti comportamenti in materia. Per il ragazzo, i nomi dei medicinali sono arabo e flebo e siringhe non sa nemmeno che cosa siano. Insomma: Cannavaro non è il giocatore scafato capace di sentire puzza di bruciato, in caso di pericolo.

2) LA SOCIETA'. È un piccolo club alle prime armi che si è sempre ispirato al famoso motto decoubertiniano “l'importante non è vincere, ma partecipare”: tant'è vero che per lungo tempo è stata retta da un devoto di Padre Pio, tale Luciano Moggi. La scarsa conoscenza della procedura in tema-doping, e i disguidi documentali in cui il club è caduto, sono dovuti in massima parte al suo essere vergine in materia. Come tutti sanno, la Juventus non è mai stata al centro di casi-doping e non si ricorda che suoi tesserati - giocatori, medici o dirigenti - siano finiti sotto processo, sportivo e penale, nelle aule di Tribunali di stato per questioni legate al doping.

3) IL MEDICO. Bartolomeo Goitre è il medico sociale della Juventus e svolge il suo incarico con puro spirito dilettantistico: e dunque, se gli capita di spedire al Coni una documentazione medica incompleta, quando un suo giocatore è pieno di cortisone, non gliene si può fare una colpa. Per chi non lo sapesse, Goitre per dieci anni è stato il “secondo” del dr. Riccardo Agricola noto per la sua abitudine di somministrare, prima delle partite o nell'intervallo delle stesse, pane e salame ai giocatori. Insomma, il medico della Juventus è una specie di Alice nel Paese delle Meraviglie, e se non apre una raccomandata con ricevuta di ritorno inviatagli dal Coni (o se nessuno gliela consegna), la cosa non deve destare particolare stupore o meraviglia.

Questa, per sommi capi, è la buffa favola della vespa che punse Cannavaro e del bailamme che ne seguì. Di favole così, d'altronde, ne conosciamo tante, una più bizzarra dell'altra. Per dirne una, l'attaccante del Milan, Borriello, un giorno venne trovato positivo al cortisone per colpa – questa fu la linea di difesa – di una pomata che la sua fidanzata, Belen Rodriguez, si era spalmata sulle parti intime. “Il mio dermatologo – testimoniò la ragazza - mi ha prescritto una crema a base di cortisone per curare un'infezione e soprattutto l'astinenza sessuale. Poi mi sono fermata a dormire a casa di Marco, abbiamo fatto l'amore e lui s'è preso la mia stessa infezione. Così, senza pensarci su gli ho consigliato la stessa crema che avevo preso io.”

Unica differenza: alla storia della pomata di Belen non credette nessuno; così come nessuno ha mai creduto alle bistecche al sangue da 10 chili mangiate dai corridori ciclisti prima delle Milano-Sanremo. E Borriello è stato squalificato, per doping, così come i cento (e uno) ciclisti pazzi per la fiorentina al sangue. Non sarà così, invece, per la colonna della Juventus e capitano della nazionale Fabio Cannavaro. Nella sua favola, il finale è già scritto. Non è originalissimo, ma è tranquillizzante. Noi siamo in grado di anticiparvelo. Dice testualmente: “E vissero tutti felici e contenti”.

Paolo Ziliani

Riflettiamoci tutti sopra.

domenica 11 ottobre 2009

Piacenza vs INTER: 2-1, sconfitta al "Garilli"

PIACENZA - L'Inter è stata sconfitta 2-1 dal Piacenza nella gara amichevole disputata allo stadio 'Leonardo Garilli'. I nerazzurri in vantaggio grazie al calcio di rigore trasformato da Amantino Mancini nel primo tempo, si fanno rimontare nella ripresa con le reti di Moscardelli e Guerra.

PRIMO TEMPO - Con il presidente Massimo Moratti in tribuna allo stadio "Granilli" di Piacenza, José Mourinho e Fulvio Pea, in panchina insieme, schierano una formazione titolare composta da cinque nerazzurri della prima squadra e sei ragazzi Primavera.
Dopo un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell'alluvione di Messina, Piacenza-Inter ha inizio: al 4', prima incursione in area avversaria con Esposito che prova il cross dalla destra dopo un bel passaggio di Mancini. Al 7' Tonucci atterra Vieira, Romeo concede il calcio di punizione da circa 30 metri: calcia Mancini, ma la conclusione centrale è parata da Maurantonio. La risposta piacentina arriva all'8' con un tiro diagonale di Guzman, Toldo si distende ma la palla sfila alla sua sinistra. Al quarto d'ora il cross di Carlsen è buono per Arnautovic che vorrebbe provare la rovesciata, ma non trova la coordinazione. L'attaccante austriaco ci riprova un minuto dopo con un destro potente deviato in corner. Al minuto 17, Piacenza pericoloso con il tiro da distanza ravvicinata di Tulli. Al 72' Maurantonio in uscita atterra Vieira, Romeo non ha dubbi e assegna un calcio di rigore all'Inter che Mancini trasforma nel vantaggio nerazzurro.

SECONDO TEMPO - Nella ripresa Mourinho e Pea sostituiscono Toldo, Esposito e Carlsen con Orlandoni, Biraghi e Fossati. Al primo minuto una punizione di Quaresma impegna Puggioni, neo entrato, alla parata in tuffo sul primo palo, ma dopo 6 minuti di gioco, è Moscardelli a siglare il pareggio piacentino con un sinistro in diagonale. Al 12' l'Inter cerca il raddoppio con Mancini che si libera dentro l'area e crossa per Quaresma che calcia al volo, ma la palla è alta. Al 23' ci riprova Moscardelli con un tiro dalla destra che è parato in due tempi da Orlandoni. Alla mezz'ora ancora Moscardelli ha tra i piedi la palla del vantaggio, ma sbaglia il tocco a tu per tu con Orlandoni e spedisce la palla sugli spalti. Fa lo stesso Vieira che un minuto dopo, appena sotto porta, colpisce l'esterno della rete. Al 38' Piacenza in vantaggio con Simone Guerra che di testa batte Orlandoni e porta il risultato sul 2-1. Vieira sfiora il pareggio al 40', ma il pallone termina di poco alla sinistra di Puggioni.


PIACENZA-INTER 2-1
Marcatori
: 28' Mancini rig., 6' st Moscardelli, 38' st Guerra

Piacenza: 1 Maurantonio (1' st 12 Puggioni); 2 Avogadri (34' st 16 Dragoni), 8 Silvestri (14' st 15 Maccopi), 5 Tonucci, 3 Anaclerio (21' st 13 Capogrosso); 4 Rincon, 6 Iorio, 7 Wolf (1' st 14 Parfait); 11 Piccolo (1' st 17 Guerra), 9 Tulli (1' st 18 Moscardelli), 10 Guzman (35' 19 Simon);
Allenatore: Fabrizio Castori

Inter: 1 Toldo (1' st 21 Orladoni); 2 Donati, 4 Rigione (15' st 19 Kisela), 13 Natalino (24' st 23 Jirasek), 5 Esposito (1' st 25 Biraghi), 14 Vieira, 8 Fortunato (1' st 15 Fossati) 18 Carlsen (32' st 22 Beretta); 30 Mancini, 89 Arnautovic (34' st 10 Tremolada), 7 Quaresma;
A disposizione: 6 Crisetig, 9 Destro;
Allenatore: José Mourinho

Arbitro: Romeo (Sez. arbitrale Verona)


Fonte: Inter.it

giovedì 8 ottobre 2009

lunedì 5 ottobre 2009

Riorganizziamo le idee e godiamoci la TESTA DELLA CLASSIFICA!

E' stata una settimana travagliata per i Nerazzurri quella appena conclusasi.
E' stata una settimana iniziata molto male, con una sconfitta in campionato ed un pessimo pareggio in Champions League, due gare che hanno pesato moltissimo (soprattutto psicologicamente) sull'approccio alla sfida di Sabato sera contro l'Udinese.

La settimana però è finita molto bene, con una vittoria di carattere, con i 3 punti e con la testa della classifica raggiunta (in coabitazione con la Sampdoria).

La pausa adesso dovrà essere sfruttata per analizzare e risolvere i problemi e le difficoltà manifestate dalla squadra in quest'ultimo periodo:

1) lasciarsi alle spalle gli esperimenti di modulo (vedi 4-3-3 vari) e adottare sempre quello con cui la squadra riesce ad esprimersi in modo migliore, ovvero il 4-3-1-2.

2) stabilire titolari e riserve, soprattutto a centrocampo, ora che finalmente anche gli infortunati sono tornati a disposizione (con l'unica assenza di Thiago Motta, che a parer mio dovrebbe comunque far parte del centrocampo titolare assieme a Cambiasso, Stankovic e Sneijder).

3) trovare i giusti meccanismi per provare ad esprimere un abbozzo di gioco accettabile ed eliminare quindi, TASSATIVAMENTE, i lanci lunghi per le punte che non porteranno da nessuna parte e lasceranno la squadra in difficoltà, soprattutto con le squadre minori che non lasciano spazi e sono fisicamente molto ben "preparate".

Oltre a questo, direi anche che Mr. Mourinho dovrà lavorare duro anche psicologicamente e rimotivare quei giovani (Balotelli e Santon) che lo scorso anno erano considerati l'arma in più, addirittura due predestinati, e che quest'anno, probabilmente, soffrono più del dovuto le pressioni che si sono create attorno a loro. Senza trascurare il neo acquisto Arnautovic, arrivo passato sin troppo in sordina, se si considera che il giovane austriaco era seguito da mezza Europa, e che il suo cartellino vale 9 mln di Euro. Magari potrebbe essere proprio lui l'ariete di cui sentiamo tanto la mancanza.

Ora ci sono una quindicina di giorni per cercare di riorganizzare le idee. Se questo accadrà, la testa della classifica rimarrà nostra a lungo.


P.S. - Un grazie speciale e di cuore al nostro amico Walterone (Zenga n.d.r.), che con una strepitosa partita del suo Palermo ha ridicolizzato il "professor Ferrara", come lo definiscono i giornalisti di Mediaset, e ci ha consentito di guardare tutti dall'alto. Ancora complimenti UOMO RAGNO!

sabato 3 ottobre 2009

INTER vs Udinese 2-1

Al '93 l'Inter si prende i 3 punti contro un'Udinese che ha tenuto bene il campo, creando non pochi problemi alla squadra di Mourinho, soprattutto nelle ripartenze in contropiede.


I Nerazzurri scendono in campo con il 4-3-1-2, modulo che si addice perfettamente alle caratteristiche dei suoi interpreti, che sono Julio Cesar, Zanetti (C), Lucio, Samuel, Chivu, Stankovic, Cambiasso, Muntari, Snejider, Milito, Eto'o.

La gara inizia con ritmi molto alti, e i Nerazzurri provano subito a farsi vedere con le sue punte, ben accompagnate anche da un centrocampo stasera molto positivo.

Tra tutti, quello che spicca di più è il solito Dejan Stankovic, autore di un primo tempo (tutta la sua partita è stata buonissima comunque) veramente strepitoso: corsa, dinamismo, inserimenti, passaggi e, al '23, anche il gol. E che gol! Palla in profondità di Eto'o, Stankovic arriva a rimorchio e con un destro micidiale ad incrociare sul secondo palo piega le mani al portiere avversario. Inter in vantaggio alla metà del primo tempo, ma neanche cinque minuti dopo arriva il pari: l'Udinese segna con il solito Di Natale, sfruttando un errore di Cambiasso nei pressi della metà campo.


I Nerazzurri provano a reagire, ma perdono per infortunio Milito (che sarà sostituito da Balotelli). La manovra interista risente molto dell'uscita dell'attaccante argentino e il primo tempo si conclude quindi sull'1 a 1.

Nel secondo tempo il ritmo è più basso, e la squadra avversaria si chiude nella propria metà campo per poi colpire in contropiede. Al '44 Di Natale ha sui piedi la palla del ko, ma si fa ipnotizzare dal sempre ottimo portiere nerazzurro.

Quattro minuti dopo l'olandesino Snejider regala la vittoria all'Inter con un colpo da biliardo. Tifosi e squadra (compreso Mr. Mourinho) in delirio.


Stasera è stata la vittoria del carattere, della volontà, della grinta. Speriamo che prima o poi arrivi anche il bel gioco.


.:: I Voti ::.

Julio Cesar 7
Zanetti 6,5
Lucio 5
Samuel 6
Chivu 5
Stankovic 8
Cambiasso 6,5
Muntari 6
Snejider 8
Eto'o 5
Milito 6

Santon 6
Balotelli 5
Suazo 6


All. Mourinho 6,5