Una morte improvvisa, inaspettata, tragica.
Una precoce dipartita che mette fine ad un'esistenza travagliata ma solare, ad una vita difficile, dolorosa, affrontata sempre col sorriso sulle labbra.
Una straordinaria ed insolita forza di volontà che aveva portato Piermario in alto, molto in alto, a toccare con mano quello che aveva sempre sognato: fare il calciatore professionista, giocare in Serie A.
Orfano di padre, madre, con un fratello perso soltanto pochi anni fa ed una sorella disabile da accudire: la sua carriera ad alti livelli è stata breve ma intensa, così come la sua intera esistenza.
Non ci sono parole per descrivere un momento così angoscioso e crudele: la morte di un ragazzo di 25 anni non lo permette.
Può insegnarci però a riflettere sui veri valori della vita, quelli che sembrano ormai perduti, quelli che ogni giorno diamo tutti per scontati.
Può insegnarci a lasciar perdere polemiche inutili, ricordandoci che dopotutto il calcio è pur sempre un gioco, e come tale dovrebbe essere vissuto. Senza alzare i toni, senza interessi sottesi, senza eccessi: col sorriso sulle labbra, come faceva il "Moro".
Bergamo, 5 luglio 1986 – Pescara, 14 aprile 2012
Un altro bellissimo raggio di sole se ne va. Addio Piermario.
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