In attesa della delicata gara di stasera contro la roma all'Olimpico, caricata dai media di una pressione spropositata (essendo questo soltanto il quinto turno di Campionato) tornano alla mente le vigilie delle sfide contro i capitolini degli ultimi anni, che avevano avuto sempre un protagonista incontrastato (almeno negli ultimi due anni), Josè Mourinho.
Ebbene, sento il dovere di ringraziare ancora una volta il nostro caro Mou, consapevole del fatto che i miei ringraziamenti non saranno mai sufficienti a ripagarlo per le gioie che ha saputo regalarmi e regalarci!
I suoi due anni sulla panchina Nerazzurra non devono però esser ricordati soltanto per i "tituli" conquistati, perchè Mr. Mou ha fatto molto, molto di più.
E' stato l'unico allenatore (o almeno il solo che io riesca a ricordare con cognizione di causa) che ha cercato di rompere un sistema calcio (il nostro) da sempre pervaso da un cancro nascosto ma ben conosciuto, quello del silenzio, delle gerarchie, dell'omertà e del compromesso.
E' stato l'unico a cercare di controbattere allo strapotere mediatico milanista, alla forza dirompente della filojuventinità (che in molti casi abbaglia le menti e quindi anche le decisioni prese dai vertici del calcio italiano) spiattellando spesso e volentieri davanti ai nostri occhi verità molto scomode, che gli italiani non erano abituati a vedere e/o sentire così chiaramente.
Tutti questi mali erano stati assorbiti a tal punto da divenire normalità. Il portoghese, con le sue battaglie in solitaria, li ha riportati alla luce ed in molti (la stragrande maggioranza), per tornaconto personale o per infantile ingenuità, non hanno voluto vederli ed hanno tentato di rispedire le accuse al mittente, etichettandolo come provocatore o rivoluzionario.
L'allenatore di Setubal ha prima tentato di reagire e poi (quando ha capito che da solo non sarebbe riuscito nell'impresa di cambiare un sistema intriso di troppi interessi e che in molti volevano salvaguardare) ha preferito defilarsi per proteggere la propria squadra da possibili ripercussioni (che in realtà l'Inter ha subito, nonostante il lungo periodo di silenzio stampa attuato lo scorso anno).
Infine, dopo aver vinto tutto quello che c'era da vincere (rendendo la squadra vincente anche in Europa, impresa difficilissima se rammentiamo le paure di Champions che avevano sempre bloccato i Nerazzurri negli anni precedenti) e dopo aver capito che il suo lavoro nel Bel Paese era, suo malgrado, giunto al termine, ha deciso di abbandonarsi alle lusinghe dei blancos di Madrid e trasferirsi in Spagna.
Quello che hai lasciato qui però Josè, non lo dimenticherò MAI!Non lo dimenticheremo MAI!
Grazie ancora di tutto, Mr. Mou!
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THE SPECIAL ONE
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